La manovra economica prevista dal Governo Letta per incrementare l’occupazione passa per modifiche al contratto a tempo determinato e con azioni di carattere economico.
Si favorisce da una parte una maggiore flessibilità e dall’altra si riportano alla situazione ante riforma Fornero le vacatio tra un contratto a termine e quello successivo.
In particolare le modifiche ineriscono il contratto a tempo determinato cd. acausale. Lo stesso supera il limite delle proroghe che con l’esecutività del DL in bozza saranno possibili fermo rimanendo il periodo di 12 mesi , derogabile fino a 36 mesi dalla contrattazione collettiva.
La contrattazione collettiva inoltre può individuare ipotesi addizionali che consentono al datore di lavoro di fare ricorso a tale strumento , superando il dubbio di una sostituzione delle motivazioni contrattuali al posto di quelle legali.
La negoziazione sindacale potrà ampliare il campo di applicazione del contratto acausale. Viene eliminato il contingentamento del 6%.
I contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi potranno tuttavia individuare, anche in misura non uniforme, limiti quantitativi di utilizzazione del contratto a tempo determinato acausale così giá previsto per i contratti a termine col cd. causalone.
Come si diceva vi sono anche azioni di carattere economico – limitate in vero a parere di chi scrive – al fine di favorire l’occupazione giovanile, favorendo solo i contratti a tempo indeterminato che rappresentino un incremento della base occupazionale del datore di lavoro interessato rispetto alla media dei 12 mesi precedenti all’assunzione . Infatti la bozza di decreto riconosce incentivi per sole nuove assunzioni a tempo indeterminato aggiuntive di lavoratori di età compresa fra 18 e 29 anni. Si mettono a disposizione 794 milioni di euro nel quadriennio 2013-2016 di cui 500 milioni per le regioni del Mezzogiorno e 294 milioni per le restanti del Centro-Nord.
Per potere fruire dei benefici economici il dipendente che viene assunto di età tra i 18 e i 29 anni deve rientrane in almeno una di queste ipotesi:
1. essere privo di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
2. non avere un diploma di scuola media superiore o professionale;
3. vivere da soli o con una o più persone a carico.
L’incentivo per il datore di lavoro è pari al 33% della retribuzione lorda imponibile ai fini INPS , per un periodo massimo di 18 mesi ed non può superare i 650 euro per dipendente . Il beneficio è riconosciuto invece per massimo 12 mesi anche in caso di trasformazione di un contratto a termine in contratto a tempo indeterminato e sempre che risulti uan assunzione addizionale. Nel caso si stabilizzazione non vigono le condizioni soggettive suindicate.
Il beneficio verrà fruito dai datori di lavoro mediante conguaglio con i contributi dovuti nella denuncia contributiva mensile UNIEMENS. L’INPS stabilirà le modalità operative per la fruizione e dovrà monitorare l’utilizzo dei fondi con riconoscimento dell’incentivo in base all’ordine cronologico riferito alla data di assunzione indicata nelle domande.
Viene reso strutturale un incentivo – già presente sperimentalmente in passato - relativo al riconoscimento di un beneficio a favore dei datori di lavoro che assumono a tempo pieno ed indeterminato lavoratori che percepiscono l’ASpI. Al datore che assumerà spetterà il 50% cento dell’indennità residua ASPI che avrebbe percepito il disoccupato. Il beneficio non spetta se il lavoratore è stato licenziato, nei sei mesi precedenti, dalla stessa azienda o da altra che presenta assetti sostanzialmente coincidenti con quelli dell’impresa che assume.
Con riserva di maggiore approfondimento a DL in GURI e delle Circolari operative a riguardo.
Michele Regina
27/06/2013